Pedani film productionJekyll2019-08-11T18:18:55+00:00https://www.pedani.it/Matteo Pedanihttps://www.pedani.it/matteo@pedani.ithttps://www.pedani.it/articles/stag2012-01-01 14:18:26 -0400T00:00:00-00:002012-01-01T00:00:00+00:00Matteo Pedanihttps://www.pedani.itmatteo@pedani.it
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<p>Gli Stag ripresi con un microfono a 6 canali, il microfono STH di Mario Iaquone</p>
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<li>riprese: Matteo Pedani.</li>
<li>suono: Mario Iaquone</li>
<li>musiche: STAG</li>
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<p><a href="https://www.pedani.it/articles/stag/">STAG</a> was originally published by Matteo Pedani at <a href="https://www.pedani.it">Pedani film production</a> on January 01, 2012.</p>
https://www.pedani.it/articles/salvatore_rizzuti2011-06-01 14:18:26 -0400T00:00:00-00:002011-06-01T00:00:00+00:00Matteo Pedanihttps://www.pedani.itmatteo@pedani.it
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<p>Pascolava il gregge nella campagna vicino a Sciacca. Per ammazzare il tempo scavava figure e volti umani nella radice d’olivo. Un talento naturale . Dalle opere dello scultore siciliano traspare tutto il candore di un artista cresciuto in solitudine, lontano da mode e sperimentalismi.
I miti ancora si inverano: Salvatore Rizzuti pascolava le pecore nella campagna di Caltabellotta (aereo paese della provincia di Agrigento, con una campagna verde-argento di olivi che digrada verso Sciacca), aveva nove anni, aveva lasciato le scuole elementari dopo la terza e scolpiva pietre e radiche di olivi, le scavava a raffigurare volti umani, figure.</p>
<p>Durò nove anni quella vita di pastore; poi, non sappiamo come incoraggiato e da chi, studiando nelle poche ore libere, prese la licenza elementare. Aveva diciotto anni. Continuò a studiare e, da esterno, fece la prima e la seconda media. Per favorevoli poté frequentare la terza, a Palermo: dove fece poi il liceo artistico e l’accademia. Studente all’accademia, Bruno Caruso ne scoprì il talento, lo consigliò, ne parlò agli amici, fece si che la sua più grande galleria palermitana gli organizzasse una mostra . E così abbiamo visto le sculture di Rizzuti.</p>
<p>Il primo elogio che gli si può fare, è di essere passato indenne attraverso il liceo e l’accademia. Il suo rivivere la storia della scultura è nativo, immediato senza filtri o schemi; si direbbe guidato dalla materia, più che dalla memoria o se mai da una memoria ancestrale, remota.</p>
<p>C’è qualcosa di religioso, di votivo: come se le forme, condizionate dalla materia, dalle venature e dai nodi e dai colori del legno e della pietra, nascessero da una condizione di religiosa solitudine e comunione e si formulassero come grandi domande senza risposte. Inutile dire che stiamo pensando al leopardiano canto del pastore.
E insomma: mentre la scultura arranca tra mode e sperimentalismi e in mode e sperimentalismi si nega e dissolve, ecco uno che in solitudine, nella remota campagna siciliana, religiosamente – come propriamente si addice alla scultura – la riscopre. È viene da pensare a quel che Cecchi diceva di fronte alla Vittoria Samotracia: un genio slaccia una fibbia, e il mondo appare diverso; e i cretini, invece … E non si vuole dire che il giovane Rizzuti si possa già dare per genio, ma è certo che il genio della scultura arride alle sue cose.</p>
<ul>
<li>regia: Matteo Pedani</li>
<li>interpreti: Salvatore Rizzuti</li>
<li>fotografia: Diana Cansano</li>
<li>suono: Mario Iaquone</li>
</ul>
<p><a href="https://www.pedani.it/articles/salvatore_rizzuti/">Salvatore Rizzuti le mille forme dell'anima</a> was originally published by Matteo Pedani at <a href="https://www.pedani.it">Pedani film production</a> on June 01, 2011.</p>
https://www.pedani.it/articles/tosi2019-08-10T00:00:00-00:002006-06-01T00:00:00+00:00Matteo Pedanihttps://www.pedani.itmatteo@pedani.it
<p>Oggi è morto Piero Tosi, l’ho seguito nel suo lavoro per alcuni anni per fare questo documentario che lo mostra durante le lezioni al Centro sperimentale di Cinematografia. Mi è difficile anche lo scrivere. Durante gli anni in cui l’ho seguito, sono rimasto affascinato dal suo modo di essere.</p>
<p>Aggiungo un po’ di estratti dal documentario per cercare di far vedere a tutti cosa è stato per me Piero Tosi lella vita.</p>
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<p>un estratto dal film</p>
<h3 id="molti-grandi-dello-spettacolo-si-esprimono-con-le-immagini-con-le-parole-con-il-corpo">Molti grandi dello spettacolo si esprimono con le immagini, con le parole, con il corpo.</h3>
<p>C’è invece chi prende una via traversa e si esprime con tutte queste cose insieme utilizzando, corpi, immagini, cultura. E per cultura intendo quella sottile cultura non scritta ma fatta realmente, con</p>
<p>la stoffa con le vesti. Parole profonde e semplici, schiette e raffinate allo stesso tempo.</p>
<p>E se queste parole sono sussurrate da un artista come Piero Tosi, ecco che i costumi non sono più un arida teoria di stoffe, ma film dopo film, spettacolo teatrale dopo spettacolo, i vestiti e le acconciature dischiudono il sottile animo di Piero Tosi.</p>
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<h2 id="cinquanta-anni-di-cinema">Cinquanta anni di cinema</h2>
<p>Guardando i film che ha realizzato Piero Tosi e leggendo la biografia ci si rende subito conto che la cinematografia italiana e mondiale deve molto del suo splendore a Tosi. Bellissima di Luchino Visconti è del 1951 mentre Storia di una Capinera del 1994, tra questi due film un a vita fatta di capolavori.</p>
<p>Luchino Visconti è il regista che più ha utilizzato Piero Tosi come costumista, ed è difficile dire a posteriori se Luchino Visconti abbia influito con la sua personalità perfezionista su Tosi, o Tosi abbia stimolato e permesso a Visconti di esprimersi attraverso le ricerche di Tosi. Bisogna vedere i film realizzati da Tosi e diretti da altri registi per capire come Tosi riesce a donare al regista la sua arte mantenendo una coerenza stilistica e una finalità d’intenti che prevalicano la singola pellicola.</p>
<p>Il realismo è una costante nei costumi di Tosi, una rivoluzione che si può paragonare a quella avvenuta nei primi anni del 1800, quando J.R. Planché entusiasta ed amante dell’antichità, oltre che drammaturgo infaticabile, ottenne da J.P.Kemble l’incarico di disegnare i costumi per una nuova messa in scena del King John di Shakespeare. Con la collaborazione di numerosi entusiasti studiosi e confortato da una ricerca accurata condotta su manoscritti miniati, Planché allestì quella che senza dubbio fu la prima messinscena completamente «storica» del dramma di Shakespeare, perché egli prestò attenzione non soltanto al costume del protagonista , ma anche a quello delle comparse meno importanti.</p>
<p>Il lavoro di Tosi parte sempre da uno studio delle fonti iconografiche del tempo, da una profonda conoscenza della storia dell’arte, e da una realizzazione scrupolosa sia nei materiali sia nella fattura. Non ci devono ingannare le stupende scenografie e costumi degli anni trenta e quaranta americani che spettacolarizzano le vesti e le scene, ne’ l’espressionismo tedesco prebellico trasferito sulla pellicola. Tosi non le prende a suo modello anzi le rifugge.</p>
<p>Tosi prende a piene mani dai più grandi pittori, ricreando come avrebbe interpretato un pittore sarto del tempo la realtà.</p>
<p>Anche il più umile contadino vestito da Tosi, è vestito in maniera appropriata, il vestito sarà umile ma sarà il vestito giusto, il vestito che è scaturito da una ricerca iconografica dell’epoca.</p>
<p>I film ambientati nei ceti nobili hanno permesso a Tosi di esprimersi anche con ricchezza di costumi, film come ad esempio il Gattopardo e Senso.</p>
<p>Sono invece le pellicole legate ad un ceto più umile come la Viaccia che permettono di mettere in risalto la maestria di Tosi nel creare quella emozione così intima di perfetta naturalezza e realismo delle persone più comuni.</p>
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<p>Il filo conduttore di questo documentario viene dato dal rapporto che si è instaurato fra Piero Tosi e gli allievi della Scuola Nazionale di Cinema.</p>
<p>Abbiamo seguito con la cinepresa le lezioni di Tosi, ed attraverso gli spunti forniti queste lezioni abbiamo riproposto le foto di scena dei film a cui ha partecipato, interverranno i collaboratori e le persone che hanno lavorato con lui, in modo da dare un quadro d’insieme a tutto tondo. Piano piano entreremo addentro alla materia sia con l’aiuto di foto e disegni, sia con l’aiuto di grafiche d’animazione che daranno le notizie essenziali. Grafiche che ci verrano in aiuto specialmente nel descrivere Piero Tosi come costumista teatrale.</p>
<ul>
<li>Regia, soggetto e fotografia: Matteo Pedani.</li>
<li>lista dialoghi: <a href="/pdf/lista_dialoghi_tosi.pdf">lista dialoghi tosi</a></li>
</ul>
<p>Sono disponibili degli estratti del film per i giornaslisti in alta risoluzione scrivere a <a href="mailto:matteo@pedani.it">matteo@pedani.it</a></p>
<p><a href="https://www.pedani.it/articles/tosi/">Chiari e morbidi tessuti l'arte di Piero Tosi</a> was originally published by Matteo Pedani at <a href="https://www.pedani.it">Pedani film production</a> on June 01, 2006.</p>
https://www.pedani.it/articles/occhiomondo2016-06-01 14:18:26 -0400T00:00:00-00:002001-06-01T00:00:00+00:00Matteo Pedanihttps://www.pedani.itmatteo@pedani.it
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<p>E’ una serie di 12 documentari da 26 minuti realizzati in tutto il mondo su una associazione chiamata SERVAS.
SERVAS è un’associazione pacifista che attraverso lo scambio di ospitalità e la conoscenza dei rispettivi modi di vita, vuole diffondere la cultura della pace
Saremo ospitati nelle case dei soci di tutto il mondo, descrivendo delle storie di ordinaria quotidianità.
Questo ci permetterà di vedere il modo di lavorare, di fare festa, di vivere momenti felici e momenti tristi. Entreremo in case benestanti, come in case operaie, contadine.</p>
<p>Viaggeremo dalla Cina al paesino dell’Appennino italiano.
Ogni singola puntata descriverà un piccolo spicchio di mondo, la periferia di una grande città francese, il villaggio della pianura americana, una anziana signora che abita in montagna nelle Cinque Terre, il giovane che si è appena trasferito a Marsiglia, la coppia di sposini della periferia di Pechino, la famiglia mormone della provincia americana, l’allevatore di una piccola comunità in Nuova Zelanda.</p>
<p>La troupe che girerà queste immagini sarà composta da due persone, in modo da essere ospitati senza difficoltà nelle case. Le immagini che cercherà di realizzare saranno immagini volte a descrivere con il linguaggio della vita quotidiana gli usi e i costumi dentro le famiglie. Racconteremo i piccoli gesti che creano quel flusso che è la vita, piccoli gesti come fare colazione, già solo questo aspetto può essere preso per descrivere la famiglia.</p>
<p>Sveglia alle sette dove la madre prepara la colazione con latte pane e marmellata per tutti, il padre che va al lavoro e la madre che porta i figli a scuola, ma questa non è che un’idea astratta della famiglia, la realtà è molto diversa e non ho mai incontrato per il mondo questo stereotipo, a</p>
<p>Pechino per esempio la maggior parte delle persone preferisce fare colazione in velocità per la strada comprando ad una bancarella quello che noi definiremmo un vero e proprio pasto con minestra, uova, una zuppa di riso stracotto. In Romania spesso si inizia la giornata con un caffè e scappando a fare la fila al negozio per il pane, prima del lavoro.</p>
<p>Non esiste banalità nei gesti quotidiani, la vita va’ al di là di ogni possibile immaginazione, il confrontare i piccoli gesti e le piccole azioni di tutti i giorni in differenti realtà ci permetterà di rivelarne in tutta la loro schietta crudezza l’intimo significato.</p>
<p>Quindi non descriveremo tronfi personaggi di copertina, ma seguiremo sul bus l’operaio edile che va a lavorare la mattina per costruire i grattaceli a Shanghai, oppure l’affaccendarsi del professore universitario di Mosca, o il lavoro casalingo del consulente informatico francese, tutti visti dal di dentro, senza aggiungere commenti, senza cercare di descrivere con parole quello che è già evidente, ma con cruda dolcezza descriveremo piccole storie di “banale” quotidianità.</p>
<p><a href="https://www.pedani.it/articles/occhiomondo/">Occhiomondo</a> was originally published by Matteo Pedani at <a href="https://www.pedani.it">Pedani film production</a> on June 01, 2001.</p>
https://www.pedani.it/articles/pasta2016-06-01 14:18:26 -0400T00:00:00-00:001998-06-01T00:00:00+00:00Matteo Pedanihttps://www.pedani.itmatteo@pedani.it
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<p>In uno schermo diviso in tre parti, contemporaneamente si vedono due facce di un’ unica scheggia della realtà. Immagine dopo immagine, e immagine su immagine, si analizza il rapporto che abbiamo con il cibo, e con gli altri attraverso il cibo stesso. Quest’ultimo rappresenta il linguaggio che spesso neanche notiamo. Ci sono persone che urlano silenziosamente, esprimendo con il proprio corpo quest’urlo.</p>
<ul>
<li>Regia, soggetto e fotografia: Matteo Pedani.</li>
<li>Suono: Maricetta Lombardo.</li>
<li>Musica: The edge of water.</li>
<li>Montaggio: Giuseppe Petitto.</li>
<li>Interpreti: Laura Pompei.
<h2 id="premi">Premi</h2>
<p><a href="http://www.torinofilmfest.org/film/1082/pasta.html">CONCORSO SPAZIO ITALIA 1998 2° premio Torino Film Festival</a></p>
</li>
</ul>
<p><a href="https://www.pedani.it/articles/pasta/">Pasta</a> was originally published by Matteo Pedani at <a href="https://www.pedani.it">Pedani film production</a> on June 01, 1998.</p>
https://www.pedani.it/articles/ultimo-abbraccio2004-06-01 14:18:26 -0400T00:00:00-00:001997-06-01T00:00:00+00:00Matteo Pedanihttps://www.pedani.itmatteo@pedani.it
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<ul>
<li>regia: Matteo Pedani</li>
<li>sceneggiatura: Pellegrini, Mariateresa Venditti</li>
<li>interpreti:Emiliano Campagnola, Federico Di Pofi, Maddalena Maggi, Barbara Gubellini</li>
<li>fotografia: Emiliano Reggente</li>
<li>operatore: Nicolas Frantik</li>
<li>assistente operatore: Paolo Pisanelli</li>
<li>scenografia: Riccardo Monti</li>
<li>presa diretta: Sandra Di Giacomo</li>
<li>microfonista: Antonio Ricossa</li>
<li>montaggio: Clelio Benevento, Stefano Pasetto</li>
<li>segretaria di edizione: Luisa Marini</li>
</ul>
<p><a href="https://www.pedani.it/articles/ultimo-abbraccio/">L'ultimo abbraccio</a> was originally published by Matteo Pedani at <a href="https://www.pedani.it">Pedani film production</a> on June 01, 1997.</p>
https://www.pedani.it/articles/qpa1996-06-01 14:18:26 -0400T00:00:00-00:001996-06-01T00:00:00+00:00Matteo Pedanihttps://www.pedani.itmatteo@pedani.it
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<ul>
<li>anno: 1996</li>
<li>regia: Matteo Pedani</li>
<li>interpreti: Claudia Russo, Alessandro Bertolucci, Emiliano Campagnola</li>
<li>voce madre: Irene Ferri</li>
<li>voce amica: Maddalena Maggi</li>
<li>con la partecipazione di: Dacia Maraini</li>
<li>fotografia: Sonia Antonini</li>
<li>Animazione: Luisa Nisco</li>
<li>musiche: Mario Iaquone, Roberto Cervi</li>
<li>montaggio: Mela Marquez</li>
<li>montaggio del suono: Cristiano Travaglioli</li>
<li>organizzazione generale: Roberto Gambacorta</li>
<li>aiuto operatore: Mauro Falomi</li>
<li>assistente operatore: Valeria Floris</li>
<li>fonici: Andrea Fiorentini, Antonio Ricossa, Gianluca Costamagna</li>
<li>fonico di postproduzione: Maricetta Lombardo</li>
<li>fotografo di scena: Mario Cerza</li>
<li>direttore di produzione: Leonilda Copertino</li>
<li>segretario di edizione: Bruno Di Marcello</li>
<li>aiuto regia: Luisa Marini</li>
<li>coordinamento postproduzione: Giorgio Conti</li>
<li>missaggio: Gabriele Gubbini</li>
</ul>
<p><a href="https://www.pedani.it/articles/qpa/">Quando parliamo d'amore</a> was originally published by Matteo Pedani at <a href="https://www.pedani.it">Pedani film production</a> on June 01, 1996.</p>
https://www.pedani.it/articles/il-rapimento-gancia1996-06-01 00:00:00 +0000T00:00:00-00:001996-06-01T00:00:00+00:00Matteo Pedanihttps://www.pedani.itmatteo@pedani.it
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<p><a href="https://www.pedani.it/articles/il-rapimento-gancia/">Il rapimento Gancia</a> was originally published by Matteo Pedani at <a href="https://www.pedani.it">Pedani film production</a> on June 01, 1996.</p>